Il grandioso monumento, tra i più scenografici di epoca neoclassica, è un rarissimo esempio di tomba a tecnica mista.
I pittori Flaminio Minozzi (1735-1817) e Giacomo Savini (1767/68-1842) e lo scultore Giovanni Putti (1771-1847) lavorarono su disegno di Angelo Venturoli (1749-1821), il quale progettò il monumento su commissione di Giovan Battista Comi, in memoria della moglie Carolina Baldi.
Al disegno dell’architetto, Putti apportò modifiche e una impronta personale. Il risultato è un monumento a impianto piramidale, dominato dall’Allegoria della Religione e dalle due figure in primo piano. Pur di derivazione canoviana, le figure - un Genio funebre con fiaccola rovesciata e una Piangente - sono invenzioni iconografiche dello scultore.
Il Genio, generalmente raffigurato come dolente, appare qui nell’atto di asciugarsi le lacrime.
Quanto alla Piangente, avvolta in un ampio manto che lascia scoperti solo gli avambracci, le mani e appena il profilo, è solo apparentemente anonima: sul viso, abilmente mascherato e visibile solo da sotto in su, compare un attributo tipicamente maschile, le basette.
Diventa chiaro che la figura rappresenti il committente che piange la scomparsa della moglie, divenendo così Allegoria di Amore e Fedeltà coniugali.