Il monumento è eretto in memoria del marchese Gio.Carlo Di Negro, una delle personalità più note della Genova ottocentesca, raffinato uomo di mondo, amico e protettore di letterati e artisti, intellettuale cosmopolita ed egli stesso poeta, sensibile ai fermenti risorgimentali e legato agli ambienti mazziniani. Dal 1805 e nel corso di una lunga vita, la Villetta Di Negro, sua dimora, fu centro di trattenimenti culturali e mondani di fama internazionale (era stata eretta su disegno di Carlo Barabino, primo progettista di Staglieno e protagonista dell’architettura genovese dell’epoca, ma ne resta oggi purtroppo solo un pallido ricordo, essendo la palazzina andata distrutta sotto i bombardamenti del 1942 e sostituita dal Museo d’Arte Orientale Chiossone, mentre il raffinato parco romantico è solo parzialmente conservato); fu infatti meta obbligata per molti intellettuali italiani e stranieri del tempo, come Manzoni, Massimo D’Azeglio, Rossini, Paganini, Madame de Staël, Stendhal, Byron, George Sand, Dickens e Balzac. La tomba, opera di Carlo Rubatto, uno dei primi scultori attivi a Staglieno, presenta un ritratto a figura intera del patrizio genovese; sul sarcofago, ornato dallo stemma e da emblemi dell’attività intellettuale e poetica (cetra, libri, corone di lauro), un bassorilievo raffigura un episodio biblico della Genesi, l’accoglienza offerta da Abramo ai tre angeli, probabile allusione alla virtù dell’ospitalità, praticata in vita dal defunto.
sb